Risultato a sorpresa nel Referendum sostenuto lo scorso fine settimana in Irlanda.
La proposta di abolizione del Senato irlandese (Seanad), indetta dagli stessi Senatori, è stata respinta dai cittadini irlandesi con un sorprendente 51.7% dei voti.
I membri del Senato, o Camera Alta, si erano invece espressi in favore dell’abolizione con una maggioranza di 33 voti su 60 (25 contrari e 2 astenuti).
La tradizione vince dunque sulla volontà di abbattere i costi della politica.
Il mantenimento del Seanad, che ha una funzione legislativa molto limitata rispetto alla Camera Bassa, (il Dail E’ireann) costa circa 20 milioni di euro all’anno (se vi sembra tanto, considerate che il Senato italiano costa circa 540 milioni di euro all’anno!).
La Camera Alta irlandese non è composta da membri eletti dal popolo, bensì da personalità nominate dai Senatori uscenti, dai deputati e rappresentanti locali, dal premier e dalle Università.
A favore del sì si erano schierati il partito centrista di maggioranza, Fine Gael, il partito Laburista e il Sinn Fein (partito repubblicano irlandese tendenzialmente di sinistra). Dalla parte dei contrari c’era invece il Fianna Fáil, maggior partito liberale d’opposizione che criticava il presunto populismo della proposta.
Luca Cattaneo