Tutti noi abbiamo vissuto quel momento di incredibile euforia e gioia prima di partire per venire a vivere in Irlanda: la bellezza dei luoghi, la gentilezza delle persone, la bontà della birra e così tante altre cose che è difficile elencarle tutte quante.
Nonostante l’immensa felicità prima della partenza, nei primi mesi di vita a Dublino si sono aggiunte ad essa anche delle piccole “tragedie” quotidiane che ci hanno fatto vedere la nostra vita lontano dall’Italia con occhi leggermente diversi… Ecco quindi le 3 (ironiche) “tragedie” che colpiscono la maggior parte degli italiani a Dublino!
- L’assenza di prodotti culinari decenti
Dove sono finiti gli amati prodotti Barilla esposti per chilometri nei reparti dei nostri supermercati italiani? E Ferrero? E Grana Padano? Aspetta, aspetta…forse sono lì, in quel minuscolo angolino dello scaffale, nascosto tra le tante imitazioni!
Insomma questa è un’esperienza che capita un po’ a tutti…Come risolverla? O ci si abitua ai prodotti locali (d’altronde volevamo cambiare vita no?) oppure ci facciamo spedire i nostri amati prodotti dall’Italia (e che gioia quando arrivano! 🙂 ).
- Il tempo ballerino
Okay, ne eravamo già consapevoli prima di trasferirci in Irlanda. Già sapevamo che il clima ci avrebbe sorpreso ogni giorno con le sue “simpatiche” variazioni improvvise e i suoi acquazzoni privi di pietà per noi, ma ciò non toglie che ogni volta che il tempo cambia così repentinamente ci scappi qualche brontolio.
Soprattutto se indossi solo una camicia perché il meteo prometteva bene e poi inizia a diluviare, o se hai addosso maglioni di lana adatti a temperature artiche ed esce un sole da spaccare le rocce…Che rabbia! 🙁
- I rubinetti
L’assenza di bidet in un bagno è, ancora ancora, sopportabile: insomma ci si abitua. Ma non ci si abituerà MAI ai rubinetti in Irlanda, mai! L’odio profondo che ci prende quando invano cerchiamo di regolare l’acqua ad una temperatura media è indescrivibile.
Lavarsi le mani o il viso di prima mattina in Irlanda comporta solo due conseguenze: o un congelamento del tipo “Era glaciale” o ustioni di quarto grado.
Greta Gontero