La Repubblica d’Irlanda è ritenuta essere una nazione dallo spirito piuttosto conservatore, ancora legato a una Costituzione fondata sulla tradizione cattolica che nei secoli ha contribuito a segnare il solco tra il senso d’appartenenza irlandese e quello britannico, legato invece alla religione anglicana.
In questo periodo che presenta tra l’altro un governo di centro-destra al potere, pochi avrebbero potuto immaginare un passo avanti verso la legalizzazione delle nozze gay sul territorio irlandese.
Eppure a Dublino la scorsa domenica, 14 Aprile 2013, la Convenzione Costituzionale che è incaricata di proporre le eventuali riforme per aggiornare la Costituzione della Repubblica ha approvato – con il 79% dei voti a favore – la proposta di emendare la Costituzione stessa per rendere possibile il matrimonio tra persone dello stesso sesso. In questi giorni i media irlandesi non parlano d’altro!
Brian Sheehan, direttore del GLEN (Gay and Lesbian Equality Network), associazione per i diritti civili omosessuali, ha dichiarato: “Questo voto segna un giorno storico, una pietra miliare nello straordinario viaggio verso l’Uguaglianza“.
L’idea è forte e determinata: il matrimonio egualitario sarebbe espressamente previsto nel testo della Costituzione. Per approvare un emendamento di questo genere è necessario il ricorso a un Referendum popolare.
La proposta sarà quindi inviata al Governo e dibattuta dal Parlamento. Nel caso in cui quest’ultimo la prenda in considerazione (ed è molto probabile che questo accada), sarà organizzato il Referendum e i cittadini irlandesi saranno dunque chiamati alle urne.
L’Irlanda sarà pronta a fare questo grande salto verso la parità dei diritti o il tradizionalismo e la spinta della Chiesa cattolica eserciteranno ancora la loro influenza sui risultati del voto popolare?
Stiamo a vedere…
Luca Cattaneo