Oggi in Irlanda si celebra l’Arthur’s Day, una giornata in ricordo di Arthur Guinness, storico fondatore del birrificio più famoso di Dublino.
Alle 17:59 precise (la Guinness fu fondata nel 1759!) in ogni pub dell’isola qualcuno solleverà una pinta lanciando un brindisi “to Arthur!”.
Lo scorso anno per l’occasione pubblicammo un articolo con le 10 curiosità della birra Guinness.
Quest’anno invece abbiamo intervistato (in tema di Guinness, naturalmente!) Marco Valsecchi, proprietario e gestore dello Shamrock pub, locale dallo spirito tutto irlandese con sede a Lecco, in Lombardia.
Marco si può definire un vero esperto di Guinness, tanto che il 23 Gennaio 2013 il suo pub ha ricevuto un riconoscimento ufficiale.
Il quality manager per l’Europa continentale della Guinness, mr. David Martin, in seguito ad una scrupolosa ispezione ha rilasciato allo Shamrock pub il Certificate of Quality, che garantisce la qualità della Guinness spillata.
Sono pochi i pub italiani che possono vantare il possesso di questo invidiabile attestato!
- Ciao Marco, quali sono i segreti per spillare la pinta di Guinness perfetta?
Le regole per spillare una Guinness sono semplici ma rigorose.
Il bicchiere va inclinato a 45 gradi e riempito per tre quarti. Quindi va lasciato riposare per un paio di minuti: Guinness consiglia per la precisione 119,5 secondi, ma l’importante a mio avviso è che la birra riposi per almeno quel tempo e non venga servita con troppa fretta. Quindi il bicchiere va riempito in posizione verticale. La temperatura ideale di servizio è di 8°.
- Esistono differenze tra la Guinness che si trova in Irlanda e quella italiana? Per quali ragioni?
Questa è una leggenda metropolitana. La Guinness che viene venduta in Italia è la stessa che si trova nei pub irlandesi, perché i fusti escono da St. James Gate e arrivano in Italia come in Irlanda. Le differenze nel gusto possono essere tante e le cause molteplici.
Per servire una Guinness buona come quella che si beve in Irlanda serve innanzitutto un impianto ad hoc, con la giusta miscela tra azoto e anidride carbonica e una la giusta temperatura di conservazione dei fusti. Fondamentale è poi la spillatura ma forse ancora più importante è il consumo. Purtroppo ci sono locali in Italia che impiegano una settimana a consumare un fusto di Guinness e, a quel punto, la qualità ne risente in maniera drastica.
Se il fusto è sempre fresco, la Guinness in Italia è buona quasi quanto quella in Irlanda. Dico quasi perché vi sfido a trovare un pub in Italia che consumi tanta Guinness quanto i pub irlandesi.
- Che piatti consiglieresti per accompagnare una buona pinta di Guinness?
Io sono convinto che la Guinness si abbini a qualsiasi tipo di piatto. Non solo quelli irlandesi come il Beef & Guinness stew o il salmone. La Guinness accompagna benissimo una pizza, un qualsiasi piatto di pesce e carne, un aperitivo o anche un dolce.
- Quali ritieni siano i motivi del successo della Guinness?
La Guinness piace perché è una birra che, al di là della corposità che spaventa qualche neofita, è molto scorrevole e beverina, con la sua bassa gradazione e il gusto amaro ma delicato, non impegnativo. Tant’è che, se dopo molte birre la gente ama cambiare dopo la prima pinta, chi beve una Guinness spesso ne ordina una seconda. E poi una terza.
- Cosa consigli di bere dopo una Guinness?
Potendo scegliere, l’ideale per me è alternarla con un’altra stout oppure con una Kilkenny Cream o una Smithwick’s. A me capita a volte, dopo una Guinness, di bere una pinta di queste birre. Ma poi arriva irrefrenabile il desiderio di bere un’altra pinta di Guinness, il cui gusto viene esaltato dal retrogusto lasciato in bocca dalle suddette altre birre. 🙂
Luca Cattaneo