Chi sono gli Irish Travellers: i nomadi irlandesi

0
7536

Chi sono gli Irish Travellers?

Si tratta di una minoranza etnica nomade dalle origini molto incerte, separatasi dal popolo irlandese “stabile” circa 1000 anni fa.

Il censimento 2011 ha rivelato che circa 29,500 Travellers vivono nella Repubblica d’Irlanda. Ne esistono tuttavia comunità piuttosto numerose anche in Regno Unito e negli Stati Uniti.

Gli “zingari irlandesi” sono conosciuti con molti nomi: Travellers (viaggiatori), Tinkers (stagnini: erano infatti soliti riparare pentole e padelle girovagando di villaggio in villaggio), Gipsies, Pavee o Minkiers.

In lingua gaelica irlandese essi sono conosciuti come an Lucht Siúil (il popolo che cammina).

È inoltre comunemente utilizzato l’appellativo denigratorio di “knackers” (traducibile come “venditori di carcasse equine”).

Come riconoscere un Traveller? In genere le donne fin da giovanissime vestono colori molto sgargianti e bigiotteria, lasciando molte parti del corpo esposte e facendo pesante uso di trucchi e creme per dare colore alla pelle. Gli uomini, d’altro canto, sono soliti vestire in modo spartano (tute da ginnastica) e portano spesso un bastone o frustino per cavalli con sè, il quale ha valore di status-symbol.

Tradizionalmente i Travellers viaggiavano in larghi gruppi su particolari carri “a botte” trainati da cavalli. Al giorno d’oggi la maggioranza si sposta in caravan o camper, ma l’allevamento equino è tuttora una fondamentale fonte di sostentamento e commercio.

Benché la maggior parte degli Irish Travellers oggi abbia una dimora più o meno fissa (in genere nei sobborghi popolari delle grandi città o presso centri di accoglienza appositamente istituiti), circa il 35% vive ancora in sistemazioni “non ufficiali” ai bordi delle strade. 

Il 16% di essi non ha regolare accesso all’acqua potabile, il 53% all’elettricità e solo il 47% possiede una doccia o una vasca da bagno.

ETÀ – gli Irish Travellers sono una comunità giovane. Nel 2011 circa il 50% di essi aveva meno di 20 anni e la loro età media era 22.4 anni (contro i 36.1 della popolazione totale). Ben il 29.1% aveva meno di 9 anni.

FAMIGLIA – i Travellers si sposano giovanissimi: le ragazze intorno ai 16-17 anni e i ragazzi a 18-19 anni. La tradizionale famiglia è molto numerosa, non sono rare le coppie con più di 10 figli.

CULTURA – la prima lingua è in genere l’inglese (con un forte e distinguibile accento ed alcuni influssi dialettali), ma i Travellers imparano anche un proprio specifico idioma, differenziato in tre varianti: lo Shelta, il Cant ed il Gammon. Non esiste la tradizione scritta, sostituita da un particolare tipo di canto. Il sistema dei valori è basato sul nomadismo (non esiste, per esempio, il concetto di proprietà della terra).

RELIGIONE – la maggioranza dei Travellers si dichiara cattolica. Particolare importanza è riservata al culto della guarigione attraverso la preghiera. 

SALUTE – l’aspettativa di vita degli Irish Travellers è di circa 15 anni inferiore a quella del resto della popolazione. Il tasso di mortalità infantile presso la comunità nomade è superiore di circa 3 volte. Anche il tasso di suicidi è impressionante: circa 7 volte più elevato per i maschi adulti rispetto alla media nazionale.

EDUCAZIONE – circa il 90% dei Travellers frequenta la scuola elementare (primary school) ma solo il 12% prosegue i propri studi iscrivendosi alla scuola media (secondary school). Nel 2002 circa l’80% degli Irish Travellers adulti non sapeva leggere.

DISCRIMINAZIONE – la maggior parte degli irlandesi nega l’esistenza del razzismo nei confronti dei Travellers, associando l’idea del razzismo a quella del colore della pelle. Ciononostante, in base agi studi dell’Irish Traveller Movement nel 1994 a circa 8 Travellers su 10 veniva negato l’accesso ai pub. A circa la metà di loro veniva invece richiesto di lasciare gli esercizi commerciali, una volta all’interno degli stessi.

Gli Irish Travelles sono spesso discriminati per la parlata ai limiti del comprensibile, per l’aspetto trasandato o eccessivamente “sgargiante”, per la scarsa igiene personale o per i non rari episodi di violenza.

Luca Cattaneo